Chiesa Russa di Sanremo
La Chiesa Russa di Sanremo, vista in modo diverso ...
http://album.alfemminile.com/album/see_514274_8/I-LUOGHI-CHE-AMO.html
http://www.jeyjoo.com/gallery/img-chiesa-russa-sanremo-336.htm
La Chiesa Russa di Sanremo, vista in modo diverso ...
http://album.alfemminile.com/album/see_514274_8/I-LUOGHI-CHE-AMO.html
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Molte sono le ipotesi nate a proposito della scelta da parte di Nobel di trasferirsi a Sanremo acquistando la villa. Probabilmente si sono sovrapposte più motivazioni, non ultima la salute. All'inizio del 1890 la salute di Nobel lasciava alquanto a desiderare. Soffriva di disturbi circolatori, di forti dolori di angina pectoris e di frequenti raffreddori. La sua salute richiedeva un clima più secco e più mite di quello tipico degli inverni parigini. Nobel desiderava vivere in un ambiente diverso e più tranquillo, in cui gli sarebbe stato possibile mettere a punto tutti i progetti e le invenzioni che aveva allo studio: ed è così che Nobel, anche a causa delle difficoltà che lo avevano tormentato durante i suoi ultimi anni a Parigi, decide di trasferire gran parte della sua attività a Sanremo.
Ragnar Sohlman, assistente di Nobel e suo esecutore testamentario, accenna a un viaggio compiuto da Nobel in Italia quando era ancora giovane. L'Italia che da sempre aveva esercitato un forte fascino sui popoli nordici, non poteva non esercitarlo anche su Alfred Nobel. Sull'amore per l'Italia ha probabilmente influito Percy Bysshe Shelley, il poeta preferito in giovane età e al quale si era ispirato per il suo poemetto L'Enigma. E proprio Shelley nelle sue poesie ha cantato spesso l'Italia, perché la prediligeva sopra altra nazione al mondo.
mercato di ventimiglia (ogni venerdi)
ANCHE A :
Bordighiera il GIOVEDI'
Sanremo il MARTEDI' e SABATO
Ospedaletti il MERCOLEDI'
La maggior parte dei più importanti giardini Inglesi sono stati creati in Italia e sulla Riviera Francese in numero maggiore che in tutto il resto dell’Europa continentale.
La mitezza del clima mediterraneo permetteva di coltivare all’aperto piante che in Inghilterra sarebbero sopravvissute solo in serra e di offrire alla cultura del giardinaggio inglese entusiasmanti prospettive.
L’Italia fu la destinazione preferita dei viaggiatori inglesi fino alla fine del 1860, quando il richiamo del sud della Francia divenne dominante.
La popolarità della Riviera (francese e italiana) alla fine del diciannovesimo secolo era basata sullo sfruttamento del suo clima mite. Bordighera, Hyères e Menton furono create come stazioni climatiche per invalidi provenienti dagli umidi climi dei paesi del nord. Gli inglesi scoprirono presto che il clima era adatto tanto per il giardinaggio quanto per i problemi respiratori.
Leggi tutto: Giardini Hanbury : la cultura Inglese del Giardinaggio
Agostini al Firenze negli anni '70
http://www.marinadiospedaletti.it/tag/mv-agusta
http://www.circuitospedaletti.it
...e qualche anno dopo, sempre all' Hotel Firenze, in compania di Marco Lucchinelli
ERANO PRESENTI ANCHE :
CAMPANELLI Paolo
Amilcare Balestrieri
Sergio Bongiovanni
Roberto Gallina,
Giampiero Gatti,
Fosco Giansanti,
Mirko Giansanti,
Silvio Grassetti,
Marco Lucchinelli,
ZANETTI Fausto
LIBERATI Luciano
Giovanni Perrone,
Remo Venturi
Angelo Tenconi
Quando nel 1883, Claude Monet con Auguste Renoir, durante un viaggio itinerante, da Parigi sino a Genova, scopre Bordighera, ne rimane talmente affascinato da volervi ritornare l’anno dopo, da solo, per almeno un mese, come scrive nella lettera del 12 gennaio 1884, indirizzata al suo gallerista Durand-Ruel: «Gentile Signor Durand-Ruel, voglio passare un mese a Bordighera, uno dei luoghi più belli che abbiamo visto durante il nostro viaggio. Da laggiù, nutro la speranza di portarvi tutta una serie di cose nuove.» La luce e i colori di Bordighera lo colpiranno a tal punto, da farlo rimanere più di tre mesi, eseguendo nella cittadina e nei suoi dintorni ben 38 dipinti, alcuni dei quali adesso presenti nella grande mostra di Genova e riprodotti in queste pagine.
Shopping in via Matteotti
Il museo Oceanografico, il castello, il Grand Premio, il Casino
Dolceacqua , Bussana, ...
Il Casinò Municipale è una delle quattro case da gioco italiane. Ha sede nella città di Sanremo, in un edificio in stile liberty progettato dall'architetto francese Eugène Ferret.
Il circuito di Ospedaletti-San Remo nasce nella primavera del 1947 per volontà del comandante Michele Allavena, l'Avv. Remo Pestarino, il dott. Luca Vismar e l'Automobil Club Sanremo. Il titolo Gran Premio di San Remo nacque con la prima edizione del 1937 che venne disputata all'interno del piccolo anello cittadino di Sanremo a cui prese parte Achille Varzi dopo un periodo di assenza dalle corse. L'entusiasmo scaturito dalla bellissima gara venne però congelato dal periodo bellico che mise un freno alla successiva edizione. Nel 1947, con la fine della guerra, si ritrovarono gli entusiasmi per dar vita alla seconda edizione del Gp San Remo e si optò per la creazione ad hoc di un circuito che vide nella sua morfologia le condizioni ideali per correre, il circuito di Ospedaletti adiacente alla città di San Remo.
Giacomo (1861) forse non immaginava che, la sua scelta di abbandonare la coltivazione delle olive nell'avito podere di Airole per unirsi al lavoro del tedesco Ludwig Winter, avrebbe caraerizzato la vita ed il pensiero dei suoi discendenti. Certamente egli seppe vedere, nella pionieristica genialità del teutonico, la luce nuova ed antica di un tempo in cui la passione per il verde si fondeva con l'arte giardiniera. La sensibilità estetica trovava allora la sua massima espressione traducendosi nei parchi meravigliosi della Riviera e della Costa Azzurra culminando nella sapienza architeonico-botanica dei giardini Hanbury.
L'origine del paese risale agli albori del XIV secolo quando un nobile provenzale, Fulcone di Villaret, Gran Maestro dell'Ordine Gerosolimitano di San Giovanni, ordine dei cavalieri custodi del Santo Sepolcro, venne sorpreso, insieme al suo equipaggio diretto dalla Palestina alla Francia, da una tremenda tempesta nel golfo ligure.
La nave affondò, ma il nobile e la sua flotta si salvarono e approdarono a nuoto sulla spiaggia del Giunchetto. Scampati alla furia del mare, decisero di ringraziare San Giovanni, erigendo una cappella. Oltre alla chiesa, i crociati, che in seguito assunsero il nome di Cavalieri di Rodi, costruirono un ospizio per fornire assistenza ai pellegrini che si recavano in Terra Santa.
Il polittico monumentale dipinto e firmato da Giovanni Canavesio, il 4 Gennaio 1500 era stato ordinato dalla ricca comunità di Pigna per la sua chiesa parrocchiale dedicata a San Michele, patrone del Paese. Dal 1500 questo polittico è sempre stato conservato sul posto. E il più grande della zona del Ponente ligure, con più di 4,5 m di altezza è l'ultima opera conosciuta di Giovanni Canavesio, pittore nato a Pinerolo (Piemonte) e venuto lavorare nel Ponente ligure e nelle Alpi Marittime. Era già venuto a Pigna nel 1482 per affrescare la chiesa di San Bernardo (ved. chiesa di San Bernardo). L'iconografia è ricca. L'opera è realizzata su lunghi pannelli di legno divisi in 36 scomparti dipinti su fondo d'oro, distinti fra loro da arcate poggianti su colonnine e le principali sono ornate da eleganti baldacchini dorati intagliati a traforo e sporgenti.